L’ansia la patologia più comune insieme allo stress può provocare seri danni all’apparato neurologico, da quì si possono scatenare numerose patologie che strascurandole possono portare a malattie gravi anche neuro vegetative fino ai tumori.
L’Ansia può provocare danni al cervello?
Sembrerebbe di si! E’ quello che risulta da una review pubblicata da pochi giorni sulla prestigiosa Current opinion in Psychiatry. Il documento mette in allerta riguardo alla prevenzione e alla ricerca di modi/strategie/percorsi per ridurre lo stress e l’ansia che, se elevati, aumentano il rischio di sviluppare depressione o demenza, impattando sulle abilità cognitive ed affettive.
Stress cronico ed ansia possono danneggiare il nostro cervello. A rivelarlo è una review pubblicata pochi giorni fa dal titolo “Can Anxiety damage the brain?”.
L’ansia è una sensazione di disagio, nervosismo e preoccupazione riguardante un evento dall’esito incerto. Essa è una normale componente della vita quando è occasionale e temporanea, ma può diventare patologica quando è frequente o cronica e inizia a interferire con le attività quotidiane come il lavoro, la scuola e le relazioni.
La paura è definita invece come una reazione emotiva di fronte ad una immediata minaccia, reale o percepita, ed è considerata di vitale importanza per la sopravvivenza. Ma la paura può anche essere patologica, come ad esempio quella espressa nei disturbi fobici.
Lo stress è tipicamente concettualizzato come una risposta adattativa ad una sfida specifica. Se cronico, tuttavia, diventa uno stato patologico causato da un’attivazione prolungata della normale risposta fisiologica allo stress, che può devastare il sistema immunitario, metabolico e cardiovascolare.
Sintomi dell’ansia cronica
La mente degli ansiosi cronici rimugina in continuazione pensieri negativi: le sfide della vita quotidiana vengono amplificate e drammatizzate, l’ansioso vede dappertutto problemi e difficoltà. Basta un piccolo malessere fisico e l’ansioso comincia a chiedersi se per caso non abbia qualche grave malattia, un ritardo di una persona cara e chi soffre d’ansia immagina che il proprio caro giaccia gravemente ferito su un letto d’ospedale.
La durata dell’evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie: lo stress acuto, si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato, e lo stress cronico, cioè quando lo stimolo è di lunga durata. Gli stress cronici possono essere ulteriormente distinti in stress cronici intermittenti e stress cronici propriamente detti.
I primi si presentano ad intervalli regolari, hanno una durata limitata, e sono quindi più o meno prevedibili. I secondi sono invece rappresentati da situazioni di lunga durata che investono l’esistenza di una persona e che diventano stressanti nel momento in cui rappresentano un ostacolo costante al perseguimento dei propri obiettivi. Oltre alla durata, è importante anche la natura dello stressor.
Possiamo avere stressor benefici, detti eustress, che danno tono e vitalità all’organismo e stressor nocivi, detti distress, che possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie.