Leggere il pensiero, una realtà

Immagina di poter intuire all’istante i pensieri e lo stato d’animo di chi ti sta di fronte: un “superpotere” di questo genere renderebbe molto più semplice il lavoro, le relazioni ed in generale la vita di chiunque di noi. Beh, questo “superpotere” è qualcosa di reale e può essere appreso con la pratica…

La lettura del pensiero

La lettura del pensiero non è fantascienza, ma una realtà. A svelarlo alcuni ricercatori, che avrebbero condotto una serie esperimenti in cui sono riusciti a leggere i pensieri di alcuni volontari. Direttamente dalla mente dei pazienti, i pensieri sono stati tradotti in parole comprensibili, utilizzate per comunicare con Siri, l’assistente vocale degli iPhone, ottenendo risposte sensate.

L’esperimento è stato portato avanti grazie ad un computer capace di leggere nella mente delle persone e mettere i loro pensieri per iscritto. L’interfaccia è stata inventata da Christian Hertf e Tanja Schultz, ricercatori dell’università tedesca di Brema e raccontata sulla rivista Frontiers in Neuro sciences. Per ora funziona solo attraverso degli elettrodi che vengono impiantati nel cervello, ma presto potrebbe evolversi, instaurando un contatto diretto fra cervello e computer senza bisogno di cavi.

Studi che rivelano che è possibile leggere il pensiero

Se leggere il pensiero era solo una fantasia ed il sogno di molti o il potere di qualche supereroe dei fumetti, potrebbe presto diventare realtà. Grazie ad uno studio tutto italiano e precisamente sviluppato dall’Università di Pavia e dalla Scuola superiore Universitaria Iuss-Pavia presto potrebbe essere possibile leggere il pensiero di qualcuno in un laboratorio, sfruttando il legame che esiste fra cervello e linguaggio. Come sarà concretamente possibile fare ciò? I ricercatori hanno condotto le proprie indagini partendo dalla misurazione dell’attività elettrica del cervello in persone in stato di veglia durante operazioni neurochirurgiche: da ciò è emerso che le persone, pensavano sotto forma di “linguaggio” e dunque in parole, anche se il pensiero non era espresso vocalmente. Partendo da questo punto di partenza, hanno intuito che monitorando le onde di elettricità del cervello (pensieri) è possibile “tradurle” in parole, senza dover attendere l’emissione della voce dalla bocca. Hanno osservato infatti come i neuroni che lavorano nell’area delle capacità linguistiche dell’essere umano comunicano tra loro utilizzando forme d’onda che contengono la copia dell’impronta acustica delle parole usate anche in assenza di emissioni sonore, rendendo così possibile, in linea di principio la lettura del linguaggio prima che venga prodotto dalla voce.

Per i meno esperti, ciò potrebbe essere di difficile comprensione; in poche parole ciò che hanno scoperto gli studiosi è che pensiamo sotto forma di parole, dunque “catturando” queste parole così come le partorisce il cervello, è possibile leggerle senza la necessità di dirle. Lo studio è stato pensato e condotto da Andrea Moro professore ordinario di linguistica e direttore del laboratorio Nets della Scuola Superiore Universitaria Iuss e da Lorenzo Magrassi, professore associato di neurochirurgia dell’Università di Pavia, in collaborazione con Valerio Annovazzi, ordinario di elettronica dell’Università degli Studi di Pavia.

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