Se gli uomini vogliono stabilire una colonia duratura su Marte o in qualsiasi altro luogo dello Spazio, prima o poi dovranno aver la possibilità di poterci fare dei figli.
Ma riprodursi nell’ambiente marziano, notevolmente diverso rispetto alla Terra, sarebbe estremamente complicato.
Tutti gli effetti sulla salute sperimentatati nello spazio — esposizione alle radiazioni e variazioni nelle ossa, nei muscoli e nei fluidi corporei — avrebbero degli effetti su un feto in via di sviluppo o su un bambino piccolo.
Un giorno, potremmo decidere di modificare il Dna umano per creare delle caratteristiche specifiche che ci aiutino a crescere al meglio su Marte.
Alla fine, potrebbe anche nascere una nuova specie di esseri umani.
La Nasa e altre agenzie spaziali
Così come Elon Musk — stanno impegnandosi attivamente per creare insediamenti su Marte. Ma prima che gli esseri umani possano tentare di stabilire una colonia duratura su Marte o in qualsiasi altro posto nello spazio, dobbiamo considerare molti aspetti. Oltre alla logistica dei viaggi spaziali, cibo, acqua, aria respirabile e alle radiazioni, c’è la questione della riproduzione umana.
Uno studio da poco pubblicato sulla rivista Futures descrive proprio quanto potrebbe essere complicata la riproduzione nello Spazio.
Dato che Marte sarà probabilmente il primo luogo a essere colonizzato dall’uomo, i ricercatori che hanno redatto il documento hanno deciso di analizzare alcuni problemi di tipo fisico e sociale che saremo costretti ad affrontare quando cercheremo di fare dei figli sul pianeta rosso.
Ci saranno mai nuove generazioni di marziani?
Qualsiasi insediamento umano su Marte sarà inizialmente popolato dai membri degli equipaggi provenienti dalla Terra. Ma a un certo punto, se vogliamo davvero creare una grande colonia marziana duratura con una popolazione sostenibile, dovranno nascere dei bambini.
Non si sa ancora se sarà possibile o meno fare figli in un ambiente marziano.
Sappiamo che quando gli astronauti trascorrono del tempo nello spazio, il loro corpo subisce alcuni importanti effetti. La mancanza di gravità apporta modifiche sui fluidi corporei, che possono a loro volta modificare la vista, dato che la pressione ha effetti sul bulbo oculare. Le ossa diventano meno dense e i muscoli possono atrofizzarsi, anche se un esercizio fisico regolare può ridurre questi effetti. Le persone crescono in altezza dato che si distendono sotto la minore pressione. C’è poi l’esposizione alle radiazioni, che influenza il Dna e potrebbe aumentare il rischio di tumori.
La fuga su Marte è davvero una possibilità?
Nello studio, gli autori citano Stephen Hawking, che una volta ha detto: “Credo che, a lungo termine, il futuro dell’umanità sia nello Spazio e che questo rappresenti un’importante assicurazione sulla vita per la nostra futura sopravvivenza, in quanto potrebbe prevenire la scomparsa dell’umanità tramite la colonizzazione di altri pianeti“.
Ma questo studio dimostra quanto sarebbe complicata questa assicurazione sulla vita. E questa analisi rappresenta solo un altro promemoria affinché ci sforziamo di assicurarci che l’umanità continui a sopravvivere sul suo pianeta natale.
L’astronauta Mae Jemison guida un’organizzazione chiamata 100-Year Starship, un progetto finanziato dalla Nasa e dalla Darpa, lanciato nel 2011 per affrontare le questioni derivanti da possibili viaggi oltre il sistema solare fatti dagli esseri umani nei prossimi 100 anni.
Ma come Jemison mi spiegò nel 2016, la maggior parte di noi si trova già sull’astronave più adatta a trasportarci nello spazio: la Terra.
Continueremo a stare su questo pianeta?
Il che non significa che, in futuro, non possiamo stabilirci su Marte. Anzi, è importante capire come potremmo sopravvivere su nuovi mondi. Ma non dovremmo evitare di affrontare le questioni più semplici come il cambiamento climatico per riuscire così a mantenere abitabile anche la prima casa dell’umanità.
Fonte: https://it.businessinsider.com/per-poterci-riprodurre-nello-spazio-potremmo-dover-creare-una-nuova-specie-di-esseri-umani/