Il sonno è una delle “attività” biologiche principali dell’organismo umano, considerando che trascorriamo circa un terzo della nostra vita dormendo. I cicli del sonno in una persona in buona salute possono variare da soggetto a soggetto e, in ciascuno, dal periodo della vita (si dorme di più da bambini e ragazzi e molto meno da anziani), ma sono comunque sempre gli stessi dato che si suddividono in fasi.
Ad esempio la fase 0 è quella della veglia prima dell’addormentamento, le fasi 1 e 2 sono quelle del dormiveglia e del sonno medio, cui poi subentrano le fasi “cruciali” del sonno profondo a onde lente (le onde dell’attività elettrica del cervello misurate dall’elettroencefalogramma (EEG) e di quello REM.
Quando e come nasce la fase REM
Scoperta nel 1953, questa specifica fase del sonno venne così chiamata dall’acronimo Rapid Eye Movement (movimento rapido degli occhi), che è tipico sono del sonno REM, cui si associa una sorta di “paralisi” del muscoli, soprattutto facciali, e per contro un improvviso aumento dell’attività cerebrale quasi simile a quella della veglia.
Questo accade perché il sonno REM è la fase del sogno, che secondo i neurologi e i neuropsichiatri rappresenta il momento in cui il cervello rielabora, memorizza e di fatto “interpreta” le informazioni raccolte durante il giorno. Il sonno REM, perciò è importantissimo per l’apprendimento e per la memoria.
Il vero riposo, invece, quello che permette anche al corpo di “ricaricarsi”, è individuato nella fase NREM (non REM, evidentemente, in cui le onde cerebrali, dette DELTA, sono lentissime e in cui non si sogna). Ognuno di noi in una normale notte di sonno di 7-8 ore completa diversi cicli del sonno, considerando che ciascuno dura circa 90 minuti, e quindi, ad esempio, può capitare più volte di ritornare alla fase di dormiveglia e quindi di svegliarsi, per poi riaddormentarsi.
Questo in una situazione “normale”. Ma spesso il ritmo e la durata del sonno vengono disturbati da fattori psicogeni (stress e ansia, ad esempio), o ambientali, e questo si ripercuote negativamente sulle condizioni di salute generaku. Vi è, però, un particolare e specifico legame tra disturbi del sonno e insonnia, e insorgenza della depressione.
I tempi e le durate della fare REM
I tempi e la durata delle fasi REM e non REM del sonno nelle persone depresse risulta molto diverse da chi non soffra di disturbi dell’umore. Nei soggetti depressi, infatti, il primo è preponderante rispetto al secondo.
Le fasi REM non solo iniziano prima, ma durano di più e sono più frequenti rispetto ai soggetti sani, di conseguenza si ritiene che questo eccesso di attività elettrica notturna possa produrre della serie alterazioni dell’equilibrio psichico e dell’umore di una persona perché avviene una disfunzione nel meccanismo fisiologico di elaborazione dello stress. Non è ancora chiaro per quale ragione ciò accada, ma probabilmente i fattori son sia di tipo genetico che ambientale.
fonte: http://scienzaesalute.blogosfere.it/post/531280/cose-il-sonno-rem-e-il-legame-con-la-depressione